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Spunti di riflessione – I benefici cognitivi dell’apprendimento di una lingua

Marianne Schoos & Bonnie Wong

23 agosto 2023

Om de analyse te beginnen, moet er in den geest reeds een synthese aanwezig zijn [Per poter iniziare un’analisi, deve esserci una sintesi già presente nella mente] – Johan Huizinga Om

È ampiamente risaputo che, in questo mondo sempre più globalizzato e interconnesso, l’apprendimento di una lingua straniera o la conoscenza di una seconda lingua aiuti a favorire la propria crescita a livello accademico, professionale o personale. Inoltre, non mancano le ricerche volte a dimostrare che l’apprendimento delle lingue rafforzi quelle parti del cervello essenziali per il controllo dei processi cognitivi, alcuni dei quali verranno esaminati in questo articolo: il processo decisionale, il multitasking, la creatività e la concentrazione mentale.

Molti di voi parleranno probabilmente più di una lingua. Se parlate due lingue, è molto probabile che vi definiate bilingui. In realtà, il termine bilingue non descrive soltanto una persona che parla due lingue. Esistono infatti diversi tipi di bilinguismo, ad esempio a seconda dell’età in cui si apprende la seconda lingua o in funzione del fatto che la conoscenza che si ha della lingua sia passiva o attiva. Inoltre, il bilinguismo differisce dal plurilinguismo soprattutto per il numero di lingue apprese che si conoscono. Poiché esistono molte varianti diverse del bilinguismo, per una maggiore coerenza e semplicità useremo i termini plurilingue o poliglotta e le loro derivazioni per riferirci alla capacità di usare più di una lingua.

Analogamente, useremo il termine seconda lingua per descrivere qualsiasi lingua appresa successivamente all’acquisizione della lingua madre, indipendentemente dal fatto che si tratti, ad esempio, di una terza, quarta o quinta lingua. Infine, il termine lingua straniera, che in genere indica qualsiasi lingua diversa dalla lingua madre, verrà usato al posto di seconda lingua soltanto se riportato in una determinata fonte, con lo stesso significato.

Fatta questa premessa, possiamo finalmente entrare nel vivo della questione ed esaminare in che modo l’apprendimento delle lingue possa migliorare la forza e l’intelligenza che caratterizzano il cervello.

Gli effetti cognitivi dell’apprendimento delle lingue

Il processo decisionale

Concision dans le style, précision dans la pensée, décision dans la vie [Concisione nello stile, precisione nel pensiero, decisione nella vita] – Victor Hugo

Prendere delle decisioni banali come scegliere cosa guardare in televisione potrebbe risultare difficoltoso quando il cervello non è in grado di compiere quest’attività, ad esempio quando la giornata al lavoro è stata particolarmente pesante oppure quando la mente è annebbiata per motivi di salute. Prendere delle decisioni in una seconda lingua può risultare ancora più impegnativo, soprattutto quando la posta in gioco è alta, come quando bisogna decidere se accettare un’offerta di lavoro in un’azienda multilingue all’estero.

Nicola Del Maschio e i suoi colleghi (Del Maschio et al., 2022) hanno studiato in che modo l’apprendimento di una lingua straniera incida sul processo decisionale. Hanno scoperto che il fatto di conoscere due o più lingue influenzi positivamente la nostra capacità di compiere delle scelte, soprattutto quando il problema si presenta nella seconda lingua piuttosto che nella propria lingua madre, migliorando il controllo cognitivo e riducendo i condizionamenti inconsci.

In primo luogo, è stato ipotizzato che il maggior carico cognitivo che si deve gestire quando si verifica un problema in una lingua straniera ci incoraggi, o addirittura ci costringa, a rallentare e a portare avanti il processo decisionale con più attenzione. Ad esempio, confrontate tra loro l’azione di sollevare dei pesi con quella di prendere una maglietta dall’armadio al mattino. Fare degli esercizi di allenamento della forza richiede uno sforzo intenzionale maggiore rispetto all’azione più automatica del decidere cosa indossare: il carico è (letteralmente, in questo caso) più pesante e perciò più ponderato.

Anche le nostre emozioni e la percezione della responsabilità di osservare particolari norme culturali possono incidere sul nostro processo decisionale, ed è stato ipotizzato che l’effetto condizionante di questi fattori sia minore quando si deve affrontare un problema in una seconda lingua. Quando usiamo una seconda lingua ragioniamo in modo più oggettivo perché le nostre lacune nella conoscenza e nella padronanza di questa lingua creano un senso di distanza dal problema. Ovviamente, come osserva Del Maschio (2022), è importante notare che molti fattori, come il livello di scioltezza e la frequenza con cui si usa la seconda lingua, possono incidere in maniera maggiore o minore sulla diminuzione dei condizionamenti personali.

Il multitasking

Das Gleiche lässt uns in Ruhe, aber der Widerspruch ist es, der uns produktiv macht [L’uniformità ci lascia inattivi, ma la contraddizione ci rende produttivi] – Johann Wolfgang von Goethe

Quanti di voi stanno leggendo quest’articolo mentre sbirciano il telefono, ascoltano la musica, pensano a cosa rispondere all’e-mail ricevuta, cercano di ricordarsi cosa devono comprare al negozio più tardi? Vi preoccupa il fatto di riuscire a gestire e portare a termine tutte le cose da fare a casa e al lavoro? In una certa misura, tutti noi facciamo più cose contemporaneamente, ma in genere i poliglotti ci riescono meglio.

L’apprendimento di una lingua è già di per sé un’attività multitasking. Non solo bisogna accedere allo stesso tempo alle nozioni sulle diverse componenti (lessico, grammatica, fonetica, ecc.) di ogni lingua conosciuta, ma occorre anche tenere conto dei riferimenti culturali, delle sfumature e dei registri propri di queste lingue. Non è certo un’impresa facile!

Fortunatamente, l’apprendimento delle lingue alimenta un circolo virtuoso di multitasking che migliora l’abilità di svolgere più attività contemporaneamente. È stato dimostrato che imparare una nuova lingua abbia un effetto positivo sulla capacità del cervello di gestire più flussi di informazioni nello stesso momento. L’apprendimento delle lingue aumenta il volume della materia grigia, ovvero le aree del cervello essenziali per le funzioni quotidiane, e favorisce la moltiplicazione delle connessioni neurali che migliorano l’efficienza cerebrale (De Luca et al., 2020; Hosoda et al., 2013; Marsh et al., 2020).

Quindi, cari poliglotti, non abbiate paura di fare più cose contemporaneamente, perché avete tutte le carte in regola per riuscirci! E voi che invece parlate una sola lingua, mentre proseguite la lettura di questo articolo pensate a tutti i benefici cognitivi che l’apprendimento di una nuova lingua potrebbe portare alla vostra vita quotidiana!

La creatività

È impossibile esaurire la creatività. Più se ne usa, più se ne ha. – Maya Angelou

A proposito di modi di pensare innovativi e alternativi, la creatività è un’altra competenza che viene accentuata dall’apprendimento delle lingue. Il termine stesso creatività copre un ampio spettro di definizioni: «Esistono molte (…) sfaccettature della creatività, che possono essere anche soggettive in quanto molte persone potrebbero misurare la creatività in modo diverso e includere cose come l’immaginazione, la gratificazione, il valore di un’idea, le differenze nel processo creativo e il grado di originalità dell’idea» (Artincontext, 2023). Per questo motivo, spesso gli studiosi e gli esperti linguistici preferiscono impiegare il termine pensiero divergente. Ma a prescindere dalle preferenze terminologiche, l’opinione generale è che la creatività sia un prodotto dell’esercizio delle nostre funzioni esecutive e «l’inclinazione generale propende per la superiorità delle persone bilingui rispetto a quelle monolingui in termini di prestazioni concernenti la misurazione della creatività» (Gohnsooly & Sawqi, 2012).

E questa conclusione tende ad essere coerente, indipendentemente dal luogo e dalle modalità di apprendimento della lingua: in un’aula fisica tradizionale, nello studio autonomo o in un contesto di apprendimento misto. Alcuni esperti, come Ghonsooly e Sawqi (2010), prediligono le esperienze di apprendimento in presenza per ottenere il massimo guadagno cognitivo, sostenendo che «padroneggiare [una nuova lingua] in un’aula tradizionale potrebbe comportare cambiamenti e sviluppi ancora più evidenti attraverso il lavoro ostico che gli studenti devono gestire». (Ghonsooly e Sawqi, 2010:164). Stein-Smith, invece, ritiene che lo studio “solitario” e autonomo della lingua, ad esempio tramite un percorso online, contribuisca in modo più rilevante alla valorizzazione della creatività (Stein-Smith, 2018).

Dato che le persone che studiano una lingua praticano ciò che Stein-Smith definisce lavoro profondo (ovvero il lavoro che richiede un esercizio intensivo delle funzioni esecutive), queste sono maggiormente in grado di gestire attività che richiedono un pensiero divergente rispetto alle persone monolingui. Chi studia una lingua deve sviluppare una serie di abitudini mentali per poter migliorare le proprie competenze linguistiche. Queste abitudini comprendono, ad esempio la capacità di concentrarsi intensamente, passare rapidamente da un concetto all’altro e analizzare nuovi contenuti in modo razionale (2018). Pertanto, la creatività è una conseguenza positiva del processo decisionale deliberato e ponderato, della flessibilità e della capacità di adattamento di una mente plurilingue.

Quindi, il vostro attuale livello scolastico di francese potrebbe non essere sufficiente per esibirvi in una performance comica solista a Parigi, ma potrebbe aiutarvi a creare dei divertenti giochi di parole in francese oppure (se avete anche un buon livello di inglese) capire questa barzelletta pubblicata da “The Language Nerds”:

Two cats are having a swimming race. One cat is called One two three, and the other Un deux trois. Which cat do you think won?
One two three, because un deux trois cat sank. (2020)

Quelli di voi che l’hanno capita staranno ridendo sotto i baffi o forse rabbrividendo un po’ (o tutte e due le cose...). In ogni caso, il gioco di parole ha molto probabilmente catturato la vostra attenzione!

La concentrazione mentale

Dime como te diviertes y te diré quien eres [Dimmi a cosa presti attenzione e ti dirò chi sei]. – José Ortega y Gasset

Come per il pensiero divergente, la capacità di concentrazione è più elevata nei poliglotti ed è stato dimostrato più e più volte che l’apprendimento di una nuova lingua giova alla mente a qualsiasi età e in qualsiasi fase della vita.

Bialystok e Martin (2004), ad esempio, illustrano come il continuo passaggio da una lingua all’altra, o il blocco di una per accedere all’altra, favorisca la concentrazione mentale nei bambini (citato in Ghonsooly & Sawqi, 2012). Erlam, Philip e Feick (2021), inoltre, spiegano come la mente particolarmente malleabile degli adolescenti non solo sia ideale per l’apprendimento delle lingue, ma la stimolazione mentale in questo periodo della vita è fondamentale per avere delle funzioni cognitive in buona salute anche in età adulta. Durante l’adolescenza, «le connessioni sinaptiche si rafforzano e quelle inutilizzate vengono eliminate. Poiché le funzioni cognitive, se inutilizzate, potrebbero diminuire o andare perse, la stimolazione cognitiva negli adolescenti è molto importante» (Erlam, Philip & Feick, 2021).

Del resto, i benefici cognitivi acquisiti con l’apprendimento di una nuova lingua durano fino all’età adulta e avanzata. Bak, ad esempio, ha studiato in modo approfondito gli effetti dell’apprendimento della lingua negli adulti in età avanzata. Com’era prevedibile, Bak ha scoperto che gli adulti con un’ottima padronanza di almeno due lingue hanno ottenuto risultati migliori nei test sull’attenzione e, in generale, hanno dimostrato di avere delle capacità di concentrazione migliori rispetto a quelli che parlavano una sola lingua (2014). Inoltre, ha scoperto che lo studio di una lingua in qualsiasi fase della vita, anche in età adulta, apporta dei benefici che durano fino alla tarda età. Come spiega Bak, l’apprendimento di una lingua contribuisce a una riserva cognitiva che può aiutare a ritardare l’insorgenza di disturbi cognitivi come la demenza (2016).

Conclusione

学一门语言,就是多一个观察世界的窗户 [Imparare una lingua significa avere una finestra in più da cui guardare il mondo] – Chinese proverb

I benefici dell’apprendimento delle lingue non si limitano al miglioramento della plasticità cerebrale, al mantenimento della salute del cervello e al rafforzamento delle funzioni cognitive descritte in questo articolo. Imparare una lingua può anche, ad esempio, rafforzare la consapevolezza morfologica (ad es. Chen & Schwartz, 2018) e migliorare la memoria a breve e lungo termine. Chiaramente, c’è ancora molto da discutere al riguardo ed esiste già qualche disaccordo, tra le diverse questioni, sulla durata di questi benefici, sui limiti delle dimensioni del campione dello studio e sull’applicabilità dei risultati al di fuori del contesto di ricerca. Tuttavia, gli esperti concordano sul fatto che l’apprendimento di una lingua a qualsiasi età sia un’eccellente attività per sviluppare e mantenere quei processi cognitivi essenziali per un sano e corretto funzionamento quotidiano, e si tratta di un pensiero che noi di Altissia appoggiamo pienamente!

Bibliografia e sitografia

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